Mixing with Eddie Kramer

Jimi Hendrix, The Rolling Stones, Led Zeppelin, AC/DC, Kiss, Santana…Sono solamente alcuni dei nomi il cui suono è stato modellato da quest’uomo che dal 1962 ha fatto la storia del rock mondiale.

Questo piccolo blog giornaliero vuole riportarvi la mia esperienza con Eddie Kramer durante la settimana di workshop full time.

Ah, dimenticavo… vi ricordate il singolo dei Beatles All You Need Is Love?

Ecco…  😉

Day 1:

L’impatto con la leggenda è stato il migliore possibile, mentre con i miei colleghi eravamo all’esterno dello studio, a goderci una mattinata meravigliosa, Eddie, con passo veloce ci guarda e dice: “Hey guys, you all suck!! See ya later…”. Amore a prima vista…!!!!  😉

Il resto del pomeriggio lo abbiamo passato insieme con una panoramica sui suoi lavori più significativi degli ultimi 50 anni, con aneddoti tecnici e di vita vissuta, per poi culminare con l’ascolto di alcuni suoi dischi storici, il tutto però separatamente, traccia per traccia, anche dove originariamente le tracce erano solo tre.

Eddie ci ha fatto giurare di non dire a nessuno che cosa abbiamo ascoltato ed eviscerato in multitraccia, ed’è esattamente quello che farò. L’unico commento che posso fare è il seguente: pelle d’oca.

Day 2:

Alla ricerca del suono “Kramer”, un insieme di tecniche di ripresa e di approccio alla registrazione che al giorno d’oggi si è quasi completamente perso.

Abbiamo settato tutto lo studio per la registrazione di domani, batteria, basso, chitarra e voce, un trio rock-blues molto interessante con influenze della musica nordafricana.

La cura del dettaglio per la ripresa, la scelta ed il posizionamento dei microfoni, la ricerca dei punti migliori delle diverse sale di ripresa e la microfonatura della stanze, abbiamo avuto tutto il giorno per montare, ascoltare, smontare rimontare ed ascoltare di nuovo ogni strumento in diverse sale di ripresa per poi scegliere la soluzione migliore per il genere musicale che andremo a fare domani.

Nel tardo pomeriggio è arrivata la band e verso sera, da Parigi, il resto dei microfoni vintage che mancavano assieme ad un altro po’ di outboard.

Day 3:

Ore 10, siamo già tutti operativi in studio assieme ai musicisti, purtroppo ci accorgiamo che uno dei Neumann U47 ha dei problemi con il proprio alimentatore e dobbiamo cambiare setup sulla batteria.

Il resto della giornata scorre tranquillo, con Eddie impegnato nel dirigere le registrazioni, con leggeri cambi di setup microfonico ed addirittura modifiche sugli strumenti al fine di cercare il suono adatto per ogni singolo brano.

Piuttosto affascinante osservare come la scelta e le regolazioni di un particolare compressore rispetto ad un altro riesca già in ripresa a cambiare il carattere dello strumento.

Splendidi un paio di trucchetti eseguiti con uno Studer A80 che costantemente gira assieme a Pro Tools e viene ributtato sul banco Neve 88R, ed’ecco svelato un segreto, il suono delle chitarre dei Led Zeppelin. Pazienza… 😀

Day 4:

Di buon mattino abbiamo finito di registrare le parti di voce, con il cantante solista decisamente in forma nonostante l’orario ingrato per cantare.

Scherzando con Eddie è saltata fuori l’idea di fare un coro di risposta al solista, cosa che è piaciuta molto anche alla band, ci siamo quindi chiusi in cerchio, noi “engineers” attorno ad un Telefunken U47 in modalità omni ed abbiamo fatto la nostra parte, il tutto condito da numerosi scherzi da fonici… Big time!!!  🙂

Poi, mix with the master… Le tecniche che prevedono l’utilizzo di macchine a nastro, durante il mix si sono moltiplicate così come l’utilizzo di compressori ed eq hardware con tecniche sia di sidechain che parallele.

Scrivere a mano sul Neve 88R l’automazione di ogni strumento e dei ritorni di effettistica e compressione ha dato il vero senso della giornata, così come vedere e sentire l’intero processo di creazione di un brano da Eddie.

Il suo approccio sia istintivo che tecnico adesso ha completamente senso.

In serata abbiamo iniziato il mix del secondo brano della band, più veloce in quanto tutti i settaggi più particolari (cit. “this crazy shit”) erano già fatti ma soprattutto i problemi derivanti dall’uso di ben due macchine a nastro per l’effettistica erano stati risolti.

Day 5:

Il mix del secondo brano è andato liscio come l’olio, con un po’ di variazioni sulle tecniche usate per il primo, differenti tipi di compressione soprattutto, poi stessa cura nella scrittura dei volumi con un dettaglio fondamentale che ieri non avevo notato circa il modo in cui Eddie scrive le automazioni.

Subito dopo la pausa pranzo è iniziato un brainstorming vero e proprio con protagonisti noi “allievi” di questo workshop, ovvero l’ascolto critico del materiale che abbiamo portato.

Canada, Belgio, Olanda, Australia, Francia, Messico, Spagna, Brasile, Inghilterra, Slovacchia, Italia, insomma siamo tutti da diversi angoli del pianeta con stili diversi ma tutti con grandissime qualità.

Con chi ha portato i propri mix si è discusso sulla realizzazione, la produzione ed ogni aspetto tecnico e filosofico, con chi ha invece portato delle sessioni multitraccia, abbiamo lavorato assieme ad Eddie per impostare stilisticamente un possibile mix, tirando fuori varie idee artistiche ed a volte tecniche per correggere le riprese.

L’ordine in cui presentiamo i nostri lavori è casuale, abbiamo scritto il nostro nome su un foglietto e lo abbiamo messo nel cappellino di Eddie, ovviamente ci sono stati non pochi scherzi al riguardo, sembra proprio di essere tornati a scuola..!!!  😉

Day 6:

Tutto il giorno è stato dedicato agli ascolti, eventuali mix e commenti sui nostri lavori, un’ora a testa assieme ad Eddie. Il confronto delle sue tecniche paragonate alle nostre è una delle esperienze più utili in assoluto, permette di affrontare i diversi generi musicali con un linguaggio sonoro diverso ed’è indispensabile per ampliare i propri confini tecnici ed artistici. Pura ispirazione.

Day 7:

Ci alziamo un po’ tristi, è l’ultimo giorno qui a La Fabrique con Eddie, c’è chi ha già preparato i bagagli la mattina presto per tornare in qualche angolo lontano del pianeta.

Colazione e poi via, di corsa in studio per terminare l’ascolto degli ultimi due “allievi”. La pausa pranzo la consumiamo tutti assieme in giardino (come al solito in caso di bel tempo), Eddie ci dice di avere un po’ di sorprese ancora per noi…

Torniamo in studio e l’assistente, il mitico Stan “The Man” Neff, ci fa trovare preparata una sessione originale multitraccia di Hendrix… Prima ce la spolpiamo per bene noi sul banco, analizzando ogni sfumatura e chiedendo ogni dettagli ad Eddie circa il come ed il perchè siano state fatte determinate cose, il tutto ben condito da gustosi aneddoti su Jimi, fatti da chi con lui ha lavorato per così tanto tempo e così a diretto contatto.

Un applauso ad Eddie durato almeno un paio di minuti con commozione reciproca e poi la consegna dei gadget, maglietta, cappellino ed attestato di partecipazione, il tutto ovviamente autografato dal Master.

I commiati. E’ tempo di andare, c’è chi deve prendere il TGV da Avignone per Parigi per poi prendere l’aereo per il Brasile, l’Australia o il Canada, c’è chi torna in Spagna direttamente in treno o in macchina, chi si fa passare a prendere a Lione per poi tornare in Olanda.

E poi c’è chi dovrebbe tornare a Genova con la propria macchina, ed invece no, la lascia parcheggiata a La Fabrique.

Passerò un giorno di day off proprio qui in studio, anche perchè dopodomani mi aspetta un’altra intera settimana con chi ha fatto la storia della musica Jazz e Pop… Chi è?

…vi tocca aspettare dopodomani per saperlo.

😉

Day 8:

La Fabrique senza i miei colleghi è il posto più tranquillo del mondo, immersa nel verde della Provenza con un’atmosfera da fiaba, è perfetta per rilassarsi un giorno e riordinare le idee sull’enormità di nozioni, tecniche ed approccio al rock che ho acquisito negli ultimi 7 giorni.

Il tempo passa davvero tranquillo e nel silenzio totale, domani mattina arriveranno i miei nuovi “compagni di scuola”, cena provenzale e a letto presto che devo essere il più riposato possibile.